Deep Work - Ritrovare la concentrazione perduta

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Deep Work - Cal Newport

Deep Work è uno di quei libri di cui hai bisogno quando stai perdendo la bussola e hai bisogno di qualcuno che ti reindirizzi verso la strada giusta.

L'incipit è semplice: siamo sempre più distratti e, allo stesso tempo, c'è sempre più bisogno di persone che abbiano la capacità di concentrarsi e di saper risolvere problemi complessi.

Le cause di questo fenomeno sono molteplici, ma ciò che rende questo libro veramente interessante sono i consigli su come si possono raggiungere alti livelli di concentrazione senza compromettere le altre attività quotidiane.

Dovrebbero leggerlo tutti, perché la peculiarità della distrazione è che è democratica: sono distratti gli studenti, gli insegnati, i genitori, i dirigenti, gli operai. Il mondo ormai è indirizzato verso una costante distrazione. Se siete tra quelli che siete stanchi di ricevere una notifica al secondo sul telefono, prendetevi un giorno di tempo per leggere questo libro.

Secondo l'autore, "in questa nuova economia, tre gruppi distinti di persone avranno un vantaggio specifico: quelli che sapranno lavorare bene e creativamente con macchine intelligenti, quelli che sono i migliori in quello che fanno, e quelli con accesso al capitale. "

Personalmente, ritengo di essere già ad un buon punto per quanto riguarda le distrazioni in generale (qui un post che ho fatto qualche mese fa su questo tema), anche se so che si può sempre migliorare.

In questo libro ho trovato interessante (e allarmante) il capitolo in cui l’autore spiega come il nostro cervello possa perdere la sua capacità di concrentrazione se ci si abitua ad essere costantemente distratti. Se ogni volta che siete annoiati, di default, guardate il cellulare senza pensarci, ecco che vi distraete! Penserete: beh, ma che male fa qualche secondo? Alcuni studi dimostrano però che il nostro cervello, una volta consolidata questa abitudine, non sarà più capace di concentrarsi a fondo come faceva prima! Dopo averlo scoperto ho tagliato ancora di più le notifiche che mi arrivano sul cellulare e mi sono imposto, nei momenti di noia, di non guardare il cellulare (sì, anche quando sono in bagno!).

Ho capito anche che dimostrarsi sempre disponibili, a lavoro e nella vita privata potrebbe essere un'arma a doppio taglio: molti scienziati-scrittori citati nel libro, sono diventati famosi proprio perché difficili da raggiungere e perché costantemente concentrati nel progetto che stavano portando avanti. Antipatici? Forse, ma sicuramente ricordati per i risultati che sono stati capaci di raggiungere.

Ho trovato invece meno convincente l'idea del calendario riempito fino a coprire ogni singolo minuto della giornata: ho provato a farlo in pasasto, ma il tempo per organizzarlo a volte diventava maggiore che fare realmente il lavoro. A mio avviso, invece di far aumentare la produttività, un calendario così fitto la diminuisce e fa aumentare la percezione di stress (soprattutto se usato per gestire le attività fuori dal lavoro).

Il messaggio finale del libro è comunque positivo e motivante: non è troppo tardi, è ancora possibile recuperare la concentrazione perduta. Bastano poche, semplici abitudini per trasformare le nostre giornate e, se siamo costanti e abbiamo chiari i nostri obiettivi, essere veramente concentrati potrebbe aiutarci a cambiare anche le nostre vite.

 

Poche persone sentono che devono essere concentrati per definire i risultati che desiderano raggiungere. Ma, in realtà, il pensiero rivolto al risultato è proprio uno dei modi più efficaci per far diventare realtà i desideri.

 

📒 Riassunto + Note

L'introduzione ci presenta fin da subito i concetti base del libro, che sono:

"Deep work": Attività professionali svolte in uno stato di concentrazione libero da distrazioni, che spinge le capacità cognitive oltre il loro limite. Questi sforzi creano valore aggiunto, migliorano le competenze e sono difficili da replicare."

"Lavoro superficiale": Attività che non richiedono sforzo cognitivo, con una visione logistica, spesso eseguite mentre si è distratti. Questi sforsi tendono a non creare molto valore aggiunto e sono facili da replicare.

L'ipotesi del "Deep Work" è che la capacità di eseguire “lavoro profondo” sta diventando sempre più rara e allo stesso tempo sempre più preziosa nella nostra economia. Come conseguenza, i pochi che coltivano questa capacità, e che ne fanno il centro della loro vita lavorativa, sono quelli che avranno successo.

Il libro è diviso in due parti: la prima è per convincere i lettori che la teoria del deep work è veritiera. La seconda è per insegnarci a sfruttare i vantaggi di questa realtà, allenando il nostro cervello e transformando le nostre abitudini lavorative per mettere il deep work al centro della nostra vita lavorativa.

Nel finale del libro, l’autore spiega come il deep work sia molto più potente di quello che le persone immaginano. E’ proprio questo che ha permesso a Bill Gates di trarre il meglio da opportunità inaspettate per creare una nuova industria, e che ha permesso all’autore di raddoppiare la sua produttività accademica nello stesso anno in cui ha deciso di scrivere questo libro. Abbandonare le masse distratte per unirsi ai pochi concentrati, ribadisce l’autore, è un’esperienza trasformativa.

Una vita profonda, naturalmente, non è per tutti. Richiede duro lavoro e cambiamenti drastici alle nostre abitudini. Per molti, c’è un certo comfort nel nostro essere artificialmente sempre impeganti tra e-mail e social media, mentre una vita profonda ci richiede di lasciare da parte tutto ciò. C’è anche un certo disagio che circonda qualsiasi sforzo per produrre la miglior cosa che siamo capaci di produrre, perché ci obblica a confrontarci con la possibiità che il nosto meglio non è (ancora) così buono.

Ma se siamo disposti a mettere da parte i comfort e le paure, e decidere invece di lottare per impiegare la nostra mente nelle sue piene capacità di creare cose che hanno valore, allora scopriremo, come hanno fatto altri prima di noi, che la profondità genera una vita ricca di produttività e significato. Quotando lo scrittore Winifred Gallagher, “Vivrò una vita concentrata, perché è la migliore che ci sia”.

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