The Culture Map - Un approccio strategico per decodificare le culture mondiali
Appena finito di leggere “The Culture Map", ho capito subito che era uno di quei rari saggi capaci di espandere la visione del mondo e delle persone.
Nessun esempio raccontato nel libro è banale, sono tutti casi concreti che potrebbero accadere a chiunque. E la forza della narrazione sta proprio in questo: nella credibilità delle situazioni descritte e nell’ottima capacità di analizzarle da parte dell’autrice.
Sommario:
📑 Il libro in 3 frasi
Spesso i pregiudizi culturali possono essere d'intralcio nell'ambito lavorativo, soprattutto quando non siamo consapevoli di averli.
Anche se ciascun individuo ha una propria personalità distinta, ciascuna cultura ha un proprio bagaglio di comportamenti caratteristici ben delineati che la distingue dalle altre.
Ogni cultura va sempre confrontata con altre: non esiste un valore assoluto sempre valido, tutto è relativo!
🔎 Impressioni
Gli esempi presentati nel libro sono estremamente efficaci nel far capire i concetti espressi dell’autrice e ciò li rende facilmente applicabili nella vita reale. Questo libro mi ha fatto riflettere enormemente sui miei rapporti con persone estranee alla cultura italiana e mi ha fatto capire (ancora una volta) che non bisogna mai dare nulla per scontato, soprattuto quando parliamo di culture. A volte bastano dei semplici esempi per comprendere che è facile fraintedere, (se non offendere) altre persone, anche quando in realtà si hanno le migliori intenzioni di questo mondo.
La cultura ci influenza moltissimo, eppure a volte non ce ne accorgiamo neppure.
🤓 Chi dovrebbe leggerlo?
Questo è uno di quei libri che consiglio di leggere a tutti i commerciali esteri delle aziende o a chiunque voglia intraprendere una carriera al di fuori della propria cultura/paese di provenienza.
Può essere utile anche agli studenti fuori sede che si trovano in una cultura estremamente diversa da quella del paese di origine.
💡 Come il libro mi ha cambiato
Come la mia vita / comportamento / pensieri / idee sono cambiati dopo aver letto questo libro.
Questo libro ha migliorato la mia capacità di essere flessibile nelle relazioni con persone di culture completamente diverse da quella italiana. Ora so con più chiarezza che se scrivo un'e-mail a degli americani non devo farmi problemi a ripetere anche più volte lo stesso messaggio per essere sicuro che sia percepito correttamente. So che, se lavoro con un'azienda tedesca, devo fare attenzione a non ritardare di neppure un giorno la consegna dei prodotti mentre, se i miei interlocutori sono russi, devo essere più autoritario di quello che sarei normalmente, altrimenti corro il rischio di non essere preso abbastanza sul serio.
In sostanza, questo libro mi ha insegnato che è possibile adattare parte dei miei comportamenti abituali per migliorare le interazioni con altre culture, senza che questo significhi diventare finto o forzato.
✍️ Le 3 migliori citazioni
Quindi, sia che ne siamo consapevoli o meno, le sottili differenze negli schemi comunicativi e le complesse variabili rispetto a ciò che viene considerato buon lavoro o buon senso da un paese all’altro, hanno un enorme impatto sul modo in cui ci comprendiamo l’un l’altro e, infine, su come lavoriamo. Molte di queste differenze culturali – come le diverse attitudini rispetto a quando sia meglio parlare o stare in silenzio, il ruolo del capo, che tipo di feedback negativo sia il più costruttivo – possono sembrare meno importanti. Ma se sei inconsapevole delle differenze e sei privo di strategie per gestirle in modo efficace, queste differenze potranno far deragliare le tue riunioni con il team, demotivare i tuoi dipendenti, frustrare i tuoi fornitori stranieri e, in dozzine di altri modi, rendere molto più difficoltoso il raggiungimento dei tuoi obiettivi. Oggi, sia che lavoriamo a Dusseldorf o Dubai, Brasilia o Beijing, New York o Nuova Delhi, siamo tutti parte di una rete globale (reale o virtuale, fisica o elettronica che sia) dove il successo richiede di navigare attraverso realtà culturali estremamente differenti. Se non sappiamo come decodificare le altre culture ed evitare trappole culturali in cui è facile cadere, siamo facili prede del fraintendimento, del conflitto inutile, e andremo incontro a un fallimento definitivo.
Il punto qui è che, quando esaminiamo come si relazionano persone provenienti da differenti culture, ciò che importa non è la posizione assoluta di ciascuna cultura sulla scala ma piuttosto la sua posizione rispetto ad un’altra.
Quando interagisci con qualcuno di un’altra cultura, cerca di guardare di più, ascoltare di più, e parlare di meno. Ascolta prima di parlare e impara prima di agire.
📒 Riassunto + Note
Il libro si concentra principalmente sulla spiegazione delle "otto scale di valori" che, nell'intenzione dell'autrice, posso essere utilizzate come strumento per la meglio comprensione delle varie culture lavorative mondiali.
Le "otto scale di valori" si basano sulle seguenti tematiche: comunicazione, valutazione, persuasione, dirigenza, decisione, fiducia, disaccordo e programmazione.
Comunicazione
📢 a basso contesto (esplicita) vs. 🤫 ad alto contesto (implicita)
A basso contesto: un buon comunicatore è preciso, semplice e chiaro. I messaggi sono espressi e capiti nominalmente. La ripetizione è apprezzata se aiuta a chiarire la comunicazione.
Ad alto contesto: un buon comunicatore è sofisticato, sfumato e stratificato. I messaggi sono parlati e scritti tra le righe. I messaggi sono spesso impliciti e non espressi direttamente.
Sapere quando comunicare in modo diretto e quando in modo indiretto è fondamentale per essere sicuri che voi e il vostro cliente-fornitore abbiate capito un messaggio allo stesso modo.
La cultura giapponese è la cultura a più alto contesto (implicita) del mondo, in cui moltissimi messaggi sono espressi in modo sottointeso e non diretto. Al contrario, la cultura a più basso contesto (esplicita) è quella americana, in cui i messaggi sono sempre espressi nel modo più chiaro possibile, ripetendo più volte il concetto per essere sicuri che la persona dall'altra parte abbia capito.
Quanto diretta dev'essere la comunicazione? Non abbiate paura ad adattare il vostro stile personale in base alla cultura con cui vi state interfacciando, ma fate attenzione: se non siete abituati ad essere diretti, potreste facilmente diventare maleducati.
Valutazione
❌ valutazione negativa diretta vs. ✅ valutazione negativa indiretta
Valutazione negativa indiretta: Il feedback negativo ad un collega è dato in modo attenuato, sottile, diplomatico. Sono usati messaggi positivi per attenuare quelli negativi. Spesso sono usati aggettivi descrittivi (abbastanza inappropriato, un po' incapace) quando si critica qualcuno. Le critiche sono fatte solamente in privato.
Valutazione negativa diretta: il feedback negativo ad un collega è dato in modo franco, diretto e onesto. I messaggi negativi non sono attenuati da precedenti messaggi positivi. Spesso sono utilizzati aggettivi assoluti (totalmente inappropriato, completamente incapace) quando qualcuno viene criticato. Le critiche potrebbe essere fatte ad una persona anche di fronte ad un gruppo.
Non fatevi trarre in inganno dal valore di una cultura nella scala della comunicazione: non sempre una comunicazione esplicita si traduce in una valutazione negativa diretta. Gli americani, ad esempio, prima di dare un feedback negativo lo attenuano molto, e ciò potrebbe creare fraintendimenti.
Potreste pensare di stare facendo un egregio lavoro quando in realtà i vostri superiori-colleghi vi stanno facendo una critica
La cultura italiana cade decisamente nella sfera della valutazione negativa diretta: non ci facciamo certo problemi a criticare qualcuno!
Persuasione
🛠 priorità alla pratica vs. 📖 priorità alla teoria
Priorità alla teoria: apprendimento della teoria e dei concetti prima di presentare un fatto, una dichiarazione o un opinione. Costruire un'argomentazione teorica prima di arrivare ad una conclusione. Vengono apprezzati i principi concettuali a supporto dei fatti.
Priorità alla pratica: iniziare un ragionamento con un fatto, una dichiarazione o un opinione e aggiungere solo dopo un concetto per spiegare la conclusione. Preferenza a riassunti o elenchi puntati. Le discussioni sono affrontate con un approccio pratico e concreto. Si evitano le discussioni teoriche e filosofiche.
La metafora più facile per capire la scala della persuasione è prendere come esempio l'apprendimento di una lingua straniera.
In una cultura dove si dà la priorità alla pratica, si tenderà a partire subito con esercizi pratici (ascolto, produzione orale, lettura) prima ancora di aver spiegato una qualsiasi regola grammaticale.
Al contrario, nelle culture dove si dà priorità alla teoria, si tenderà a spiegare prima la grammatica e i concetti teorici e solamente poi verranno svolti gli esercizi pratici.
Per conoscenza: l'Italia è una delle culture dove la priorità alla teoria è molto marcata e mi trovo d’accordo: sono sicuro che anche tu hai qualche esperienza, in ambito scolastico o lavorativo, che può confermare questa tesi.
Dirigenza
↔ egualitaria vs. ⬇ gerarchica
Gerarchica: la distanza ideale tra un capo e un subordinato è ampia. Il capo migliore è un forte dirigente che guida le cose in prima linea. Lo status è impostante. Le strutture organizzative sono stratificate e fisse. La comunicazione segue delle linee fisse.
Egualitaria: la distanza ideale tra un capo e un subordinato è ridotta. Il miglior capo è un mediatore tra pari. Le strutture organizzative sono piatte. La comunicazione spesso salta le linee gerarchiche.
Se mai doveste andare a lavorare come dirigenti in un paese asiatico, fate attenzione a spostarvi in bici: i vostri subordinati potrebbero guardarvi male o, peggio, non rispettarvi come dovrebbero.
Su questo punto in Europa siamo particolarmente divisi: mentre i paesi più nordici tendono a essere più egualitari, i paesi del sud hanno una tendenza maggiore ad avere una struttura gerarchica.
Decisione
↔ consensuale vs. ⬇ dall’alto
Dall'alto: le decisioni sono prese solo da determinate persone (solitamente il capo)
Consensuale: Le decisioni sono prese dal gruppo con un consenso unanime
Ho trovato molto interessante l'approfondimento sulle decisioni e sulle Decisioni (sì, con la D maiuscola). In una cultura consensuale le decisioni vengono prese molto più lentamente ma difficilmente vengono cambiate. Al contrario, in una cultura dall'alto, le decisioni vengono prese più velocemente e più spesso ed è anche più frequente che vengano cambiate.
Uno dei paesi europei che possiamo prendere come riferimento rispetto alle Decisioni è la Germania: fate attenzione a non cambiare le carte in tavola all'ultimo momento con un tedesco, potreste trovarvi un cliente-fornitore decisamente alterato.
Fiducia
📝 basata sulle attività vs. 🤝🏻 basata sui rapporti
Basata sui rapporti: la fiducia è costruita attraverso pasti condivisi, aperitivi e chiacchierate davanti alla macchina del caffè. Le relazioni lavorative si costruiscono lentamente nel tempo. Ho visto chi sei ad un livello personale, ho condiviso il mio tempo con te, ho conosciuto bene altre persone che si fidano di te, mi fido di te.
Basata sulle attività: la fiducia è costruita attraverso le attività legate al lavoro. Le relazioni lavorative sono costruite e abbandonate facilmente, in base all'utilità della situazione. Se fai un buon lavoro costantemente e sei affidabile, mi piace lavorare con te, e mi fido di te.
Come portare a casa un buon contratto con un cliente straniero? Basta portarlo fuori a pranzo in un buon ristorante e il gioco è fatto! Magari fosse così facile, naturalmente ci sono altri fattori che determinano la riuscita o meno di un affare. Non sottovalutate però l'importanza delle attività relazionali "di contorno", ovvero non legate direttamente al lavoro: a volte potrebbero essere più importanti di molte altre competenze.
Disaccordo
🤼♂️ conflittuale vs. 👨🏻🤝👨🏻 che evita lo scontro
Conflittuale: il disaccordo e il dibattito sono considerati positivamente per il team o l'organizzazione. I confronti aperti sono accettati e non impattano negativamente le relazioni.
Che evita lo scontro: il disaccordo e il dibattito sono considerati negativi per il team o l'organizzazione. Il confronto aperto non è accettato e spezzerebbe l'armonia del gruppo impattando negativamente le relazioni
Oltre al tipo di disaccordo, ho trovato interessante anche il tema dell'espressività emotiva che viene descritta nel libro: il concetto è che essere pacati non significa automaticamente essere una persona-cultura che vuole evitare lo scontro, anzi. Questa tesi la confermo personalmente: non ho paura a dimostrare le mie idee in un dibattito, anche se in disaccordo con quelle del capo o di collega, ma non alzo mai la voce (e ammetto che su questo punto mi sento decisamente distante dalla media italiana).
Non sottovalutate quindi la tranquillità esterna di un tedesco, di un olandese o di un danese: potrebbero esprimere tutto il loro disaccordo con quello che state dicendo senza peli sulla lingua.
Programmazione
📅 tempo lineare vs. ⏳ tempo flessibile
Tempo flessibile: le attività di progetto sono approcciate in modo fluido, cambiando le attività in base ai casi che emergono. Molte cose sono gestite contemporaneamente e le interruzioni sono accettate. Il focus è sull'adattabilità e la flessibilità ha importanza maggiore rispetto all'organizzazione.
Tempo lineare: ciascuna fase del progetto è approcciata in modo sequenziale, completando un'attività prima di iniziare quella successiva. Una cosa alla volta. Nessuna interruzione. Il focus è sulla scadenza e seguire quanto programmato. L'enfasi è sulla tempestività e sull'organizzazione rispetto alla flessibilità
"Preciso come un orologio svizzero": alcuni stereotipi a volte trovano corrispondenza nella realtà. La Svizzera è uno di quei paesi infatti dove la puntualità è considerata un valore importante, anche a livello lavorativo.
Se siete curiosi di sapere dove cade la cultura italiana nella scala della programmazione, rispondete a questa semplice domanda: a quante vostre cene che avete fatto tutti gli inviati sono arrivati puntuali all'orario prestabilito?